Negli ultimi anni sempre più italiani decidono di partire e trasferirsi all’estero.
Molti di loro sono giovani studenti che desiderano sperimentare un periodo di formazione fuori dal proprio paese.
Altri, sempre più in aumento, prendono questa decisione per cercare o rispondere ad offerte di lavoro.
Per quanto possa essere un’esperienza eccitante che permette di potersi mettere in gioco, scoprire nuovi mondi, affermare nuove opportunità, vivere all’estero rappresenta sicuramente una sfida che, in alcuni casi, può non essere semplice.
Proprio riguardo a questa difficoltà, sempre più spesso si sente parlare di“Expat Blues” per far riferimento alla depressione o senso di malessere che colpisce molti espatriati.
Sebbene tale espressione non rappresenti in ambito clinico una diagnosi scientificamente riconosciuta, essa può essere utile per rimandare a quella serie di situazioni di difficoltà riscontrabili in chi si trasferisce all’estero.
Tra queste possiamo trovare:
- perdita di interesse generalizzato ad una serie di situazioni (lavoro, hobby, amicizie, …)
- senso di affaticamento
- sono disturbato
- problematiche alimentari
- senso di colpa
- continua sensazione di essere inutili
- In alcune situazioni più complesse anche pensieri di morte o suicidio
L’Expat Blues si caratterizza dunque per la presenza di costanti difficoltà emotive come ansia, tristezza e senso di solitudine.
Questa condizione può compromettere vari aspetti della vita come il sonno, l’alimentazione e avere ripercussioni in ambito lavorativo a causa di un costante senso di mancanza di energie, demotivazione e difficoltà di concentrazione.
Anche le relazioni sociali posso venire intaccate, le persone che presentano una condizione di Expat Blues possono tendere ad isolarsi e ad avere difficoltà ad incontrare amici o a conoscere nuove persone.
Gli espatriati, infatti, si ritrovano a dover affrontare varie situazioni complesse che possono rappresentare un’enorme fonte di stress psicologico.
Primo fra tutti il doversi allontanare dal luogo in cui si è cresciuti, e doversi separare dalle persone care.
Questo inevitabilmente produce tristezza e in alcuni casi senso di colpa per il non essere accanto a loro in caso di bisogno.
Lo shock culturale è un’altro elemento che può portare alle Expat Blues.
Nuovi stili di vita, nuovi elementi culturali e sociali possono travolgere la persona che può riscontrare una fatica o impossibilità di adattamento con conseguente senso di inadeguatezza, timore, isolamento.
Tutto ciò, inoltre, può avere effetti negatici anche sull’autostima, a causa di ripetute frustrazioni dovute proprio alla difficoltà di adeguarsi al nuovo contesto.
L’Expat Blues non è sicuramente un qualcosa di inevitabile ma può essere utile mettere in atto alcuni accorgimenti al fine di evitare di sperimentare questo forte senso di tristezza ed impotenza.
È importante, innanzitutto, stabilire obiettivi realistici.
Ambientarsi ad un nuovo contesto di vita, infatti, richiede tempo ed energie.
Accettare, dunque, di provare tristezza o sperimentare difficoltà, non si sta, infatti, affrontando un’esperienza semplice.
L’esercizio fisico può avere sicuramente effetti benefici sul proprio umore e sulla propria autostima, specialmente se effettuato all’aria aperta.
Camminare o correre per la città offre, inoltre, la possibilità di esplorare nuovi luoghi e aumentare il senso di familiarità al nuovo contesto.
Mantenere costanti contatti con vecchi amici e familiari è sicuramente un’ottima idea.
Le persone care, infatti, ci conoscono e possono rappresentare un’importante fonte di supporto e motivazione.
Cercare contesti sociali in cui poter creare nuove connessioni.
Conoscere nuove persone non è sempre facile, soprattutto se si è appena arrivati in un nuovo Paese.
Frequentare luoghi di socializzazione strutturati facilita sicuramente la possibilità di fare nuove conoscenze, specie in quei contasti frequentati da persone straniere come i corsi di lingua.
Cercare sempre nuovi stimoli è un’altro strumento utile per combattere la tristezza.
L’inattività, la noia e la mancanza di stimoli, infatti, hanno un’inevitabile effetto depressivo sull’umore.
Approfittare dunque delle possibilità che offre il nuovo contesto, visitando sempre luoghi nuovi, musei, parchi o ristoranti.
Infine, qualora il senso di malessere dovesse perdurare per lungo tempo ed iniziare ad avere effetti negativi su varie aree della propria vita, è importante richiedere l’aiuto di uno psicologo.
Un supporto psicologico o una psicoterapia, infatti, posso essere utili in caso di forte difficoltà o senso di malessere.
Dott. Francesco Scaccia
Psicologo Psicoterapeuta
Roma e online
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Bibliografia
- Andrighetto; Riva (2020). Psicologia sociale. Fondamenti teorici ed empirici, Il Mulino.
- Leone Giovanna et al. (2013). La psicologia sociale. Processi mentali, comunicazione e cultura, La terza.
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