Oggi il sistema famiglia si caratterizza per una molteplicità di forme e di strutture sempre più complesse.
Si pensi, ad esempio, alle famiglie ricomposte, costituite cioè da due persone che si sposano dopo la fine di precedenti matrimoni, o le famiglie in cui è presente per scelta un solo genitore.
Tra le varie tipologie di famiglia sono presenti le Famiglie Omogenitoriali.
Con questo termine si indicano quei nuclei parentali costituiti da genitori omosessuali.
Si parla di nuclei “di prima costituzione” quando due partner omosessuali decidono di mettere al mondo un figlio o di adottarne uno.
Sono famiglie “di seconda costituzione”, invece, quelle in cui i figli provengono da precedenti relazioni eterosessuali di uno o entrambi i partner.
Le Famiglie Omogenitoriali, se osservate attentamente, mostrano gli stessi processi tipici di ogni famiglia.
Non esistono, infatti, dati scientifici che dimostrino differenze significative tra famiglie omosessuali ed eterosessuali.
Anche per quanto riguarda la crescita dei bambini, è stato evidenziato che non esistono particolari diversità tra i figli cresciuti in famiglie omo-eterosessuali.
Ad esempio, non è stata evidenziata alcuna influenza sui comportamenti di genere o sull’orientamento sessuale di figli cresciuti in questi due tipi di famiglie.
Gli studi hanno mostrato l’impossibilità di affermare che persone con orientamento omosessuale non possano essere bravi genitori e, allo stesso tempo, che un soggetto eterosessuale sia necessariamente migliore.
Lo stesso vale per il benessere psicologico e l’autostima dei figli.
Essere famiglia, infatti, significa creare e nutrire legami affettivi significativi all’interno dei quali le persone, soprattutto i bambini, possano sentirsi protetti, sicuri e amati e ciò può avvenire certamente anche in famiglie con genitori dello stesso sesso.
Anche per quanto riguarda le funzioni materne e paterne è stato notato che non si riscontrano particolari differenze.
Tali ruoli, infatti, non corrispondono al sesso di chi li mette in atto ma fanno riferimento ad una modalità differente di essere in relazione con i figli.
Il ruolo materno si esplica nelle attenzione affettuosa alle cure e ai bisogni, quello paterno nel facilitare l’esplorazione del mondo e nell’applicare una funzione normativa.
Si comprende dunque come questi due ruoli possano essere svolti indifferentemente da un uomo o da una donna.
È stato osservato che generalmente le famiglie omogenitoriali tendono a riprodurre i tradizionali ruoli di madre e padre.
Ciò che caratterizza queste famiglie, è che questi ruoli vengono messi in atto in maniera più flessibile e meno rigida rispetto alle famiglie tradizionali.
Certamente sono presenti alcuni fattori che possono ostacolare lo sviluppo del benessere all’interno di queste famiglie come, ad esempio, l’omofobia interiorizzata.
Per omofobia interiorizzata si intende l’insieme di sentimenti negativi e pregiudizi che gli stessi gay o lesbiche possono aver fatto propri nei confronti dell’omosessualità, attraverso un processo di interiorizzazione passiva di quanto presente nell’ambiente culturale ed educativo in cui sono cresciuti.
La presenza di atteggiamenti negativi nei confronti dell’omosessualità può rappresentare un elemento disfunzionale nelle relazioni interpersonali delle famiglie omogenitoriali in quanto i genitori possono giudicarsi come sbagliati, sentirsi in colpa e vergognarsi di se stessi, con il rischio di trasmettere ai propri figli tali sentimenti e percezioni negative.
Altro elemento che può ostacolare lo sviluppo di un sano contesto di sviluppo per i figli è rappresentato, certamente, dal contesto culturale in cui è inserita la famiglia.
Creare una famiglia omogenitoriale in una società fortemente stigmatizzante può aumentare la possibilità che genitori e figli vivano un costante stress dovuto ai giudizi negativi degli altri, proprio come può avvenire per le famiglie immigrate che crescono figli in una società razzista e intollerante.
Un elemento che invece può facilitare un clima di benessere e serenità è rappresentato dalla possibilità di poter contare sull’aiuto e supporto delle famiglie di origine.
In conclusione, è bene ricordare che nonostante alcuni elementi di difformità, ciò che maggiormente differenzia le famiglie eterosessuali da quelle omosessuali è il fatto che quest’ultime non sono riconosciute dalle istituzioni.
Tutto ciò crea una minore tutela dei propri diritti e di quelli dei bambini che nascono e crescono in queste famiglie, con importanti ripercussioni sul loro benessere psico-fisico.
Dott. Francesco Scaccia
Psicologo Psicoterapeuta
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Bibliografia
- Andolfi Maurizio (1999). La crisi della coppia. Una prospettiva sistemico-relazionale, Raffaello Cortina Editore.
- Chiari C.; Borghi L. (2009). Psicologia dell’omosessualità. Identità, relazioni familiari e sociali, Carocci Editore.
- Rigliano P. et al. (2012). Curare i gay? Oltre l’ideologia ripartiva dell’omosessualità, Raffaello Cortina Editore.
- Taurino Alessandro(2012). “Famiglie e genitorialità omosessuali. Costrutti e riflessioni per la disconferma del pregiudizio omofobico”, Rivista Internazionale di filosofia e psicologia, vol.3, n.1, pp. 67-95.
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