Con i termini “famiglie ricomposte” o “famiglie ricostituite” si fa riferimento a quelle famiglie in cui uno o entrambi i partner hanno alle spalle un precedente matrimonio da cui sono nati uno o più figli.
Nella società attuale questa tipologia di famiglie è sempre più diffusa, in Italia rappresentano circa il 6% di tutte le famiglie (dati ISTAT).
Un dato interessante emerso dagli studi su queste famiglie è che la modalità con cui è stato elaborato il lutto della fine del precedente matrimonio ha un effetto diretto sulla qualità relazionale della nuova famiglia.
Se le precedenti relazioni coniugali non sono state adeguatamente rielaborate, infatti, il rischio è che anche la nuova relazione possa incorrere in una separazione.
Il rancore, i sensi di colpa, le insicurezze collegate al divorzio devono essere risolte per consentire alla nuova famiglia di nascere e strutturarsi in maniera solida.
Le indagini hanno inoltre evidenziato che la posizione rispetto alla fine del precedente matrimonio ha effetti diretti anche sul benessere dei figli e sulla qualità della relazione genitore-figlio e di quella tra fratelli.
Le famiglie ricomposte, infatti, hanno caratteristiche differenti da quelle tradizionali, sono molto più complesse perché costituite da un’intricata rete di relazioni, si pensi, ad esempio, ai rapporti con gli ex-partner e con gli ex-suoceri che mantengono il ruolo di genitore e di nonni biologici.
Essenziale, per il benessere della nuova famiglie, è che:
- il nuovo legame di coppia si costituisca in maniera solida e matura;
- vengano ridefiniti in maniera chiara i rapporti tra gli ex-partner e con le loro famiglie;
- si supporti costantemente lo sviluppo di relazioni funzionali tra i genitori acquisiti, i figli e i fratelli acquisiti;
- si dia legittimità al nuovo partner come genitore acquisito e non si cerchi di escluderlo dall’educazione dei propri figli biologici;
- non si cerchi di sostituire il genitore biologico con il nuovo partner ma lo si consideri come valore aggiunto (il rischio è che i figli non lo riconoscano per lealtà al proprio genitore biologico).
Le tipiche dinamiche riscontrate nei figli all’interno delle famiglie ricostituite sono: paura di perdere il legame con il genitore biologico con cui non si convive, fantasie di riunificazione della famiglia originaria, conflitti di lealtà.
I figli hanno bisogno di chiarezza e punti di riferimento fermi.
È importante per questo definire chiaramente ruoli e funzioni di ognuno, soprattutto degli adulti che si relazionano con i bambini.
I figli, infatti, si ritrovano a relazionarsi con più figure allevanti, i genitori biologici e quelli acquisiti, le famiglie di origine biologica e quelle acquisite.
Questa situazione può generare confini incerti e ambigui, possono nascere incomprensioni, giochi di potere e i figli possono confondersi e sentirsi come in assenza di figure di riferimento, con conseguente vera e propria crisi di identità.
L’incontro e il rapporto con il genitore acquisito può rappresentare per i figli un modello più funzionale rispetto a quello precedente e quindi avere l’effetto di portare ordine e stabilità nella loro vita.
Altre volte, la relazione con il nuovo partner del genitore può rappresentare un modello così differente da quello presente nella famiglia biologica da creare tensioni e difficoltà ad accettarsi.
Le stesse difficoltà si possono ritrovare nelle relazioni tra fratelli acquisiti, si pensi ad un figlio unico che si ritrova a convivere con i figli del genitore acquisito.
Allo stesso tempo, rapportarsi e convivere con altri coetanei può fungere da stimolo per l’acquisizione di una maggiore flessibilità e capacità di cooperazione.
Gli studi dimostrano come i bambini riescano a far fronte alle difficoltà della vita se percepiscono alle loro spalle una famiglia salda e unita. Una famiglia in cui circolano amore e affetto reciproco.
Per questo è essenziale superare i conflitti con gli ex partner e creare le giuste condizioni per una comunicazione sana tra ex coniugi e con le famiglie degli ex partner.
È bene dunque sottolineare che:
- il passaggio alla nuova famiglia ha bisogno di tempo e deve essere preparato in maniera adeguata;
- è importante spiegare la differenza tra parenti biologici e acquisiti così che non si creino confusioni di identità;
- cercare di vivere le domande e i dubbi dei figli non come un attacco alla nuova famiglia creata ma come il giusto bisogno e desiderio di comprensione e di dare significato a quanto sta accadendo;
- è essenziale creare confini chiari e definiti ma allo stesso tempo flessibili tra la vecchia e la nuova famiglia;
- è indispensabile aiutare il figlio ad integrare la storia passata con quella attuale, senza creare contrapposizioni e tagli netti tra passato e presente;
- aiutare il figlio del proprio partner a mantenere un rapporto sano e continuo con il genitore biologico.
Dott. Francesco Scaccia
Psicologo Psicoterapeuta
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Bibliografia
- Andolfi Maurizio (1999). La crisi della coppia. Una prospettiva sistemico-relazionale, Raffaello Cortina Editore.
- Malagoli Togliatti M., Lubrano Lavadera A. (2002). Dinamiche relazionali e ciclo di vita della famiglia, Il Mulino.
- Scabini E.; Cigoli V. (2012). Alla ricerca del famigliare. Il modello relazionale-simbolico, Raffaello Cortina Editore.
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