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Dott. Francesco Scaccia
Psicologo Psicoterapeuta
 
Francesco Scaccia Psicologo Psicoterapeuta
La Frustrazione
frustrazione
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La frustrazione è l’emozione che si genera quando la soddisfazione dei propri bisogni viene impedita per una qualche ragione.

Tre sono i principali tipi di frustrazione:

  • da impedimento: l’impossibilità di soddisfare un desiderio (comprare la casa dei propri sogni);

  • da dilazione, che consiste nel dover rimandare la soddisfazione di un proprio bisogno (attendere di trovare un lavoro per poter andare a vivere da soli);

  • da conflitto tra bisogni opposti (voler uscire con i propri amici e voler studiare per potersi laureare in tempo).

Le occasioni che possono generare frustrazione sono varie.

Le più comuni cause sono:

  • familiari: i genitori sono il primo elemento di frustrazione che un bambino incontra nella propria vita.
    Si pensi ai limiti e alle regole che un genitore pone al comportamento del figlio, come, ad esempio, il tempo da poter dedicare alla visione della tv o ai videogiochi.

  • Ambiente fisico: le distanze ad esempio, ad esempio, possono impedire di incontrare la persona amata regolarmente.

  • Sociali: le leggi impongono e vietano certi comportamenti.
    Le norme sociali dirigono il comportamento in pubblico, come il volume della musica in casa ad una certa ora o le regole da tenere sui mezzi pubblici e nei locali.

  • Personali: ogni persona ha proprie regole morali ed etiche che gli impongono di silenziare il desiderio di compiere un certa azione come, ad esempio, rubare il giocattolo di un proprio amico. La comparsa di più bisogni (a volte di segno opposto) contemporaneamente, come il desiderio di uscire con gli amici ma la paura di far arrabbiare il proprio partner che non si vuole perdere.
    Altri elementi di frustrazione personale sono rappresentati dai deficit cognitivi o fisici oppure da problematiche di tipo psicologico come l’ansia che non permette di sostenere un esame o la paura di parlare in pubblico.

Sperimentare il senso di frustrazione non è sicuramente piacevole e, spesso, ricevere un rifiuto alla proprie richieste o un limite ai propri desideri provoca rabbia, tristezza e stress.

Tuttavia, una dose moderata di frustrazione è importante per la crescita individuale di ogni persona.

Le frustrazioni, infatti, permettono di comprendere i limiti della realtà, e l’importanza di rispettare le esigenze degli altri.

Inoltre, sperimentare una dose adeguata di frustrazioni da bambini aiuta i futuri adulti ad imparare a gestire le emozioni negative, come rabbia e tristezza, collegate alle frustrazioni che nella vita sono inevitabili quotidianamente.

Proteggere i propri figli dall’esperienza della frustrazione attraverso un’educazione eccessivamente permissiva ed indulgente può portare ad una serie di problematiche del futuro adulto che si ritroverà a non saper gestire i limiti all’espressone dei propri bisogni.

Si pensi, ad esempio, alle regole da rispettare a scuola o sul lavoro.

Proprio perché fin dalla nascita siamo esposti all’esperienza della frustrazione, ognuno di noi ha appreso nell’arco della propria vita varie strategie per gestire questa emozione.

Alcune reazioni possono essere adeguate perché permettono di accettare di non poter soddisfare il proprio desiderio, almeno non nello stesso istante in cui si genera.

Altre reazioni possono invece essere definite non funzionali in quanto non permettono né di accettare il limite né di attivarsi in modo utile al fine di superare un ostacolo e raggiungere l’obiettivo.

Quando le reazioni non funzionali di fronte agli impedimenti tendono a ripetersi in modo fisso e rigido, anche di fronte a continui fallimenti e continue esperienze di frustrazione, si può può parlare di comportamenti psicopatologici.

Ecco un elenco sintetico delle più comuni reazioni alla frustrazione:

  • Intensificazione dello sforzo: si utilizzano gli stessi strumenti per raggiungere il proprio obiettivo ma applicando un lavoro più intenso.
    Può condurre a stereotipia e fissazione su un compito anziché all’accettazione dell’impossibilità di realizzare il proprio sogno.

  • Razionalizzazione: per giustificare il non raggiungimento dei propri obiettivi spesso si tende a creare giustificazioni elaborate che possono non avere una base logica consistente.
    Tipica è l’esagerazione dei rischi per giustificare il proprio timore nel mettersi in gioco.

  • Sostituzione dei fini: ad esempio scegliere di adottare un figlio di fronte alle difficoltà di una concepimento.

  • Fantasie compensatorie: sognare ad occhi aperti.
    Questo metodo permette di sperimentare un senso temporaneo di calma e soddisfazione ma il rischio, se utilizzato eccessivamente, è il distacco dalla realtà o il non attivarsi concretamente per raggiungere ciò che si vuole.

  • Repressione: il bisogno viene represso, spesso in maniera non consapevole.
    Di fronte ad un desiderio non realizzabile si tende a inibirlo dalla coscienza così da avere l’apparenza di non desiderarlo.

  • Sublimazione: meccanismo di difesa che permette di sostituire alcuni desideri immorali o vietati dalla legge con obiettivi accettabili e permessi.
    Ad esempio, l’aggressività può essere sublimata attraverso lo sport o certi comportamenti esibiti solo attraverso la recitazione.

  • Formazione reattiva: un desiderio inaccettabile da se stessi o dalla società viene sostituito da uno maggiormente consentito come, ad esempio, negazione della propria omosessualità e ostentazione della propria mascolinità.

  • Proiezione: tendenza ad attribuire agli altri propri desideri o comportamenti non accettabili.
    Riconoscerli come propri, infatti, genererebbe un senso di frustrazione e dolore a volte non gestibile.

  • Negazione: rifiuto di affrontare sentimenti o pensieri dolorosi.

  • Identificazione: di fronte all’impossibilità o difficoltà a soddisfare un proprio desiderio, si tende ad identificarsi con i valori e gli obiettivi di un gruppo.
    In questo modo si evita di provare continue frustrazioni e si sperimenta la più appagante sensazione di raggiungimento dello scopo.

  • Aggressività: manifestare aggressività di fronte ad una frustrazione al fine di allontanare o distruggere l’ostacolo.
    Può essere espressa in modo manifesto o mascherato come nel caso di comportamenti passivo-aggressivi.




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Bibliografia

  • Anolli L.; Legrenzi P. (2012). Psicologia generale, Il Mulino.

  • Dollard J. (2011). Frustrazione e aggressività, Giunti Editore.

  • Marzi T.; Peru A. (2019). Psicologia generale. Capire la mente osservando il comportamento., McGraw-Hill Education.Moè A. (2010).

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