Il Lutto è un evento normale che, prima o poi, ciascuno di noi si trova a dover affrontare.
Tutti, nel corso della propria vita, infatti, sperimentano perdite e separazioni dolorose.
Con il termine Lutto si fa riferimento a tutta quella serie di risposte, emotive e comportamentali, che le persone mettono in atto in seguito alla perdita di una persona amata.
Il Lutto ha una sua evoluzione, costituita di varie fasi, che generalmente ha una durata massima di circa 12- 18 mesi.
In questo periodo di tempo la persona si ritrova a dover affrontare il dolore generato dalla perdita, la paura di vivere senza la persona cara e la difficoltà ad accettare che non tornerà più.
Il Lutto si articola in un processo composto di 5 fasi:
- Fase della Negazione in cui tutto sembra irreale e si tende a negare la perdita.
La negazione dell’evento, in una prima fase circoscritta, ha lo scopo di difenderci dal dolore travolgente che la perdita e il distacco inevitabilmente provocano in noi.
- Fase della Rabbia: dopo la prima fase di smarrimento ed incredulità emerge la rabbia per ciò che è avvenuto a cui si associano profondi sensi di colpa.
- Fase della Contrattazione: in questa fase si inizia a riprogettare la propria vita senza la persona amata, valutando cosa si è perso, le difficoltà ad andare avanti ma anche le risorse di cui si dispone.
- Fase della Depressione: è in questa fase che si giunge alla reale presa di coscienza della perdita.
Tornando alla propria vita quotidiana ci si rende realmente conto della necessità di riorganizzare la propria vita senza la persona a cui si era legati e può emergere la paura di non potercela fare.
È in questa fase che possono emergere sintomi transitori di tipo depressivo come, ad esempio, aumento o perdita di peso, difficoltà di concentrazione, irritabilità, insonnia o eccessiva sonnolenza, tendenza all’isolamento.
- Fase dell’Accettazione: l’ultima fase del processo del lutto è rappresentata dall’elaborazione dell’evento e del proprio dolore.
È solo in quest’ultima fase che si giunge all’accettazione della perdita e si ricomincia ad investire nel proprio futuro. Il tempo psicologico, dopo una fase di blocco, torna a scorrere.
Durante il processo del lutto, che dura vari mesi, emergono varie emozioni e processi psichici contrastanti.
Il senso di colpa per non essere riusciti ad evitare la perdita può accompagnare la persona per tutto il processo.
A questo si può associare la rabbia verso chi poteva fare qualcosa ma non l’ha fatto.
La rabbia può anche rivolgersi verso la persona scomparsa, colpevole, anche se involontariamente, di averci abbandonato.
È tipico sperimentare forti episodi di ansia, generata dalla paura di non riuscire a vivere senza chi per tanti anni ci è stato accanto, aiutandoci e proteggendoci.
Tutte queste emozioni sono tipiche del processo del Lutto.
Questi processi si attivano non solo di fronte alla morte ma anche quando ci si separa da persone significative come, ad esempio, dal proprio partner.
Il divorzio, infatti, è un vero e proprio lutto.
Anche in questo caso si attivano le stesse fasi descritte in precedenza.
Sono comuni, ad esempio, l’impossibilità di accettare che la propria relazione sia finita o il pensiero che non si possa vivere senza il proprio partner.
È normale vivere momenti di depressione quando si perde qualcuno di realmente importante.
Questo stato di profondo dolore e struggimento tende però ad affievolirsi con il tempo.
Tuttavia, in alcune occasioni, può accadere che i sentimenti depressivi e i vari sintomi collegati al lutto si presentino in una forma eccessiva e non diminuiscano nemmeno dopo mesi dalla perdita.
Ciò che differenzia, dunque, il lutto patologico dal lutto normale è che dopo la fase di disperazione e profonda sofferenza, in cui sembra impossibile tornare alla vita precedente, non si accede alla fase in cui vi è una lenta ma progressiva diminuzione del dolore.
L’essere umano è un animale sociale, vive delle relazioni che ha con gli altri.
Quando si chiude una relazione o quando muore qualcuno di importante per noi, non perdiamo solo il rapporto con l’altro ma viene a mancare anche una parte di noi stessi.
È normale quindi vivere una fase di totale disperazione e smarrimento ma, quando non si riesce a superare questa fase, si può parlare di Lutto non elaborato.
Nel Lutto patologico possono presentarsi sintomi di tipo ossessivo-copulsivo, instabilità dell’umore, pensieri suicidari e, in alcuni casi, può strutturarsi un vero e proprio Disturbo post-traumatico da stress o un Disturbo Depressivo.
Gli studi evidenziano come la solitudine e l’impossibilità di condividere il proprio dolore impediscano l’elaborazione del lutto.
È per questo che, nel caso di lutti complicati, può essere utile ricorrere all’aiuto di uno psicologo.
La psicoterapia, infatti, permette proprio di dare voce al proprio dolore e condividerlo con qualcuno.
All’interno di un percorso di psicoterapia, grazie al contenimento terapeutico dello psicologo, è possibile sperimentare il proprio smarrimento e guardare in faccia il proprio dolore così da poterlo affrontare ed infine rielaborare.
Dott. Francesco Scaccia
Psicologo Psicoterapeuta
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Bibliografia
- Bowlby Jhon (1969): Attaccamento e perdita, Bollati Boringhieri.
- Cancrini Luigi (1996). Date parole al dolore. La depressione: conoscerla per guarire, Frassinelli Editore.
- Di Caro Sonia (2017). La psicoterapia del distacco. Dinamiche intrapsichiche, funzionamenti familiari e trattamento del lutto in terapia relazionale, Alpes.
- Parkes C. M. (1980). Il lutto. Studi sul cordoglio negli adulti, Feltrinelli.
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