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Dott. Francesco Scaccia
Psicologo Psicoterapeuta
 
Dott. Francesco Scaccia Psicologo
Relazioni Violente
Il Ciclo della Violenza
relazioni violente
relazioni violente

Le relazioni violente sono un fenomeno più diffuso di quanto si immagini.

L’ISTAT ha rilevato che circa una donna su tre ha subito qualche forma di violenza all’interno della propria relazione di coppia.

Le relazioni violente, inoltre, sono un fenomeno trasversale, che si può ritrovare in ogni tipologia di famiglia.

La violenza in un rapporto può assumere tre forme differenti e che, spesso, si legano le une alle altre.

La violenza fisica è quella che salta agli occhi in maniera più evidente ma ci sono forme di abuso più sotterranee e meno visibili: la violenza psicologica e quella sessuale.

In questi rapporti si assiste generalmente ad un’intermittenza dell’abuso, in cui si alternano periodi di serenità a periodi in cui l’aggressività di uno dei partner si esprime nella sua massima forza.

La violenza nella coppia generalmente si sviluppa lentamente all’interno della relazione, seguendo il più delle volte quello che viene definito il Ciclo della Violenza:

  • Fase della luna di miele: periodo di serenità in cui i partner vivono una relazione soddisfacente, in cui i vecchi problemi di coppia sembrano essere stati superati.

  • Fase della tensione: dopo un periodo di tranquillità basta un piccolo pretesto perché la tensione emerga.
    Uno dei due partner inizia a temere che l’altro possa andarsene, interpreta i normali comportamenti di autonomia dell’altro come segnali di un tradimento. Tutto ciò porta l’abusante a mettere in atto azioni per evitare l’ipotetico abbandono.
    Inizia così a controllarlo, a svalutare le sue qualità affinché l’altro senta di non poter vivere senza il suo aiuto, lo induce ad abbandonare il lavoro e le amicizie così da non avere altro che lui.
    Poiché sono ancora vivi i ricordi della fase della luna di miele, la vittima di questi attacchi inizia a percepire un senso di confusione, a mettere in dubbio le proprie idee perdendo così i propri riferimenti, ipotizzando una propria responsabilità e affidandosi completamente all’altro fino ad accettare qualsiasi sua pretesa.

  • Fase della violenza: in questa fase viene messo in atto l’abuso vero e proprio.
    L’agito aggressivo permette al partner violento di recupera la sicurezza di avere potere sull’altro, di possederlo e, perciò, la fiducia che non se ne andrà.
    La vittima, in questa fase, inizia a desiderare che la relazione finisca e ad ipotizzare la possibilità di andarsene.

  • Fase delle scuse: dopo l’esplosione dell’aggressività il partner violento ritorna dalla vittima scusandosi, dichiarandosi pentito.
    La vittima generalmente accetta le scuse perché, dopo che la sua autostima è stata distrutta, crede di essere responsabile della violenza ricevuta, si vergogna di se stessa.
    La vittima, in questa fase, ritrova il partner di cui si era innamorata inizialmente, emerge la sua dipendenza da lui.
    Concentrandosi sugli aspetti positivi della loro relazione, crede e spera che la violenza non si ripresenti più ed il desiderio di rompere il rapporto viene meno.

Questo processo tende a ripetersi in modo ciclico nella vita di queste coppie.

Tra la vittima ed il carnefice si viene a creare un vero e proprio legame traumatico.

Una dipendenza relazionale reciproca che porta il partner violento ad un sempre maggiore controllo per non perdere il partner di cui sente di non poter fare a meno.

La vittima, ormai isolata dalla propria famiglia, dagli amici e senza un lavoro, si arrende all’idea di non poter più uscire da questa relazione abusante.

Riconoscere che il proprio partner non cambierà mai, nonostante le sue mille promesse, rappresenta il primo passo per riuscire a rompere questo ciclo di violenza.

Tuttavia, allontanarsi da un partner che si amava, seppur violento, è il più delle volte un opzione impossibile per le vittime.

Per uscire dalla violenza è dunque necessario chiedere aiuto.

Dalla violenza, infatti, è spesso impossibile riuscire a liberarsi autonomamente.

La vittima di violenza, infatti, dopo anni passati nell’ombra del proprio abusante sente di non poter contare su di sé, non ha qualcuno vicino.

Anni di squalifiche ed insulti hanno generato in lei la convinzione di non meritare qualcosa di meglio.

L’esame di realtà è spesso alterato a causa dei vari traumi subiti.

Le vittime di violenza non riescono ad attribuire le responsabilità in maniera obiettiva, sono presenti forti sensi di colpa e confusione su ciò che sia giusto o meno.

La cosa essenziale in queste situazioni è rivolgersi a professionisti che possano aiutare la persona ad uscire dal questo vortice di violenza.

I Centri Antiviolenza offrono servizi di tutela legale e sanitaria gratuiti.

Inoltre, è importante farsi supportare da uno psicoterapeuta per ritrovare la propria autostima, elaborare i traumi subiti e, soprattutto, ricominciare a lottare per i propri diritti.

Dott. Francesco Scaccia
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Bibliografia

  • De Zulueta F. (2006), “Dal dolore alla violenza. Le origini traumatiche dell’aggressività”, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2009.

  • Filippini S. (2005). Relazioni perverse. La violenza psicologica nella coppia, Franco Angeli.

  • Galante Rose (2012). Perché non lo lascio. Storie e psicoterapie di donne legate a uomini maltrattanti, Antigone Edizione.

  • Salerno A. (2016). “Psicodinamica delle relazioni violente. Aspetti psicologici, clinici e sociali”, in Vaccaro S, Violenza di genere, Mimesis.

  • Schimmenti V., Craparo G. (2014). Violenza sulle donne. Aspetti psicologici, psicopatologici e sociali, FrancoAngeli.

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