La vergogna è un’emozione complessa che nasce dal giudizio personale di essere inadeguati.
La persona che si vergogna mette in discussione se stessa, le sue caratteristiche di personalità più profonde.
La vergogna si associa spesso al sentimento di essere impotenti ed inferiori.
Induce a nascondere parti di sé e a nascondersi, a tacere.
Come emozione, la vergogna, da un punto di vista evolutivo, ha una funzione adattiva perché permette di tutelare l’immagine che diamo di noi stessi agli altri così da essere accettati e poter mantenere la nostra presenza all’interno del gruppo di appartenenza.
La vergogna compare generalmente dopo il secondo anno di vita, quando il bambino ha sviluppato la capacità di autoconsapevolezza che permette di percepirsi come persona tra persone, con proprie caratteristiche personali, che agisce in un contesto sociale.
Sviluppando la capacita di autoconsapevolezza il bambino inizia a comprende, non solo che i suoi comportamenti e le sue scelte sono dovute a bisogni e paure personali, ma anche che le persone che lo circondando sono attivate loro stesse da sentimenti e bisogni e che dunque la loro predisposizione al bambino può variare a seconda di come lui tenderà a relazionarsi a loro.
Il bambino quindi apprende che, a seconda del tipo di comportamento e modalità comunicativa, gli altri saranno più o meno desiderosi di relazionarsi a lui.
Il bambino inizierà a prestare sempre più attenzione all’immagine di sé che rimanda agli altri.
È in questo momento che tra le emozioni provate dal bambino compare la vergogna.
Come detto precedentemente, questa emozione agisce come indicatore sociale di ciò che è consentito o meno esprimere in pubblico.
Quando il bambino farà qualcosa di sbagliato o inopportuno tenderà a vergognarsi e questo agirà come freno alla possibilità di compiere nuovamente comportamenti poco accettati in futuro.
La vergogna non si sviluppa solo come espressione di una propria capacità autoriflessiva ma viene influenzata profondamente dallo stile educativo che i genitori e l'ambiente sociale, come la scuola, avranno verso di noi.
Un atteggiamento educativo più rigido aumenterà il senso di vergogna e, dunque, aumenteranno le situazioni in cui egli si vergognerà di se stesso.
La vergogna si svilupperà in maniera massiccia qualora un bambino sia cresciuto in un ambiente squalificante, che tende a giudicarlo negativamente, spesso con rimproveri o insulti.
La vergogna, dunque, permette di autoregolare se stessi e i propri comportamenti permettendo così di essere accettati dagli altri.
Tuttavia, se un bambino cresce in un ambiente eccessivamente rigido e giudicante, è possibile che la vergogna venga esperita troppo spesso o in maniera troppo intensa, trasformandosi così da emozione adattiva ad emozione disfunzionale che può portare allo sviluppo di veri e propri disturbi psicologici.
La vergogna, inoltre, può essere collegata ad episodi traumatici, spesso sessuali, che hanno visto la persona nel ruolo di vittima.
Strettamente correlati al senso di vergogna sono:
Utile sottolineare la differenza tra vergogna e senso di colpa, che speso vengono vissute contemporaneamente.
Mentre il senso di colpa si focalizza su un comportamento o una serie di comportamenti specifici messi in atto, la vergogna si collegava maggiormente al senso di sé globale.
La persona, infatti, può ferocemente autopunirsi ma questa autocritica è sempre rivolta a specifici azioni mentre quando ci si vergogna ci si giudica completamente sbagliati, senza distinzione tra azioni negative e quelle meritevoli di lode.
La vergogna si associa spesso a rabbia ed aggressività.
Provare spesso vergogna di sé genera, infatti, rabbia verso se stessi, con possibilità di gesti autopunitivi o autolesivi verso se stessi.
La rabbia, inoltre, può dirigersi verso gli altri se questi sono considerati la causa della propria sensazione di inferiorità e di non valore.
Se si vive in un costante senso di inferiorità e disvalore e si ha la pressante convinzione di avere qualcosa che non va aumenta la possibilità di sviluppo di una problematica psicopatologica.
Per questo è fondamentale chiedere aiuto per imparare a sviluppare una maggiore autostima e a mitigare la rabbia e il disgusto verso se stessi.
Uno psicologo, attraverso un percorso di psicoterapia costante ed un atteggiamento empatico e non giudicante, può aiutare a comprendere l’origine del proprio giudicarsi senza valore, aiutando a sviluppare un se senso di sé più coese e ad apprendere una maggiore capacità di gestione delle emozioni e sentimenti collegati alla vergogna.
Dott. Francesco Scaccia
Psicologo Psicoterapeuta
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Bibliografia
- Anolli Luigi (2010). La vergogna, Il Mulino.
- Battacchi M.W. (1992). La vergogna. Saggio di psicologia dinamica e clinica. Il Mulino, Bologna.
- Battacchi M.W. (2002). Vergogna e senso di colpa, Raffaello Cortina Editore.
- Levin S., Wurmser L. (1996). La vergogna, Bollati Boringhieri.
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